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Il nostro teatro è stato poi pensato come un teatro antico, con le due stecche contrapposte, in cui sono organizzati i palchi, che definiscono e contengono scena e cavea, quasi fosse una moderna rivisitazione del circo romano. Diversamente dal teatro all’italiana, e riprendendo invece alcuni schemi moderni, il rapporto “foyer-cavea-scena” è trasformato completamente. Nel teatro all’italiana la successione degli spazi era rigorosa e lineare, dal foyer si accede direttamente alla cavea, e da questa si vede la scena: nel nostro la successione lineare si trasforma in “foyer-scena-cavea”, in modo da garantire maggiore versatilità all’impianto. Supponendo infatti di abbassare il palco e di aprire il muro di fondo della scena (realizzato con moderne pareti mobili) verso il foyer, si potrà disporre di un doppio teatro, o di uno spazio molto grande – il foyer è infatti stato pensato con le stesse misure della cavea –.

È un teatro piccolo, per 400 posti, di cui 300 in platea e 100 nei palchi, 25 per lato per ciascuno dei due piani di palchi, dove la parte più importante è certamente quella della cavea, leggermente in salita e distribuita in modo da abbracciare il palcoscenico.

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